Le abitazioni romane


Le abitazioni romane più frequenti ritrovate furono quelle inondate di lava che sono rimaste quasi intatte nei vari anni ma anche quelle ricoperte da fango. I romani ricchi vivevano nelle domus che erano formate da un solo piano con finestre interne. Quando si entrava si accedeva all'atrium, una stanza con un'apertura nel soffitto per far entrare l'aria e la luce. Accanto c'era l'impluvium, una stanza con una vaschetta nel terreno dove si raccoglieva l'acqua piovana da un'apertura sul soffitto. Dall'altra parte c'era il peristilium, un giardino con un portico, il tablinium, dove si ricevevano gli ospiti e il triclinium che era la sala da pranzo dove mangiavano sdraiati nei divani. Poi c'erano i cubicoli che erano le stanze dei proprietari , le stanze degli schiavi, la cucina, i bagni. La domus aveva l'acqua corrente collegata alle fogne e tutte le comodità di oggi. Invece la casa dei plebei era l'insula che invece aveva le stanze con le finestre senza vetri, quindi si dovevano chiudere con pezzi di legno e le stanze erano in affitto. Ogni abitazione aveva un balcone o un giardino  che però era molto più piccolo rispetto a quello dei ricchi. L'insula aveva tanti piani che arrivavano anche a cinque file di case. I più benestanti stavano nel primo piano dove c'erano le botteghe. Queste abitazioni non avevano l'acqua già nelle case che invece i plebei prendevano nei pozzi fuori dall'insula. Non avevano i camini e si scaldavano con i bracieri con i quali ci cucinavano anche, non c'era tanta luce quindi usavano le lanterne stando attenti a non bruciare il palazzo costruito specialmente in legno.

Davide,Carmen e Francesco